Le elezioni #presidenziali #usa, sono un bel #pattern di mercato, l’aumento della #volatilità ne dimostra l’efficacia e l’interesse del #pattern stesso.
Se a vincere sarà la #clinton, è probabile che un piccolo rally possa innescarsi, ma se a vincere è #trump, la sua vittoria verrà usata come scusa per una eventuale discesa dei mercati.
l’incontro di ieri sera, seguito da più di 100.000 mln di telespettatori, ha visto i due dibattersi in un incontro disteso e pacato.
La #clinton era “colorata” di rosso da #repubblicana, e #trump il #tycoon, indossava una cravatta blue da #democratico, pacato e meno aggressivo #trump sembrava sottotono, mentre la #clinton si è dimostrata pronta, riflessiva e audace, il dibattito si è chiuso quasi alla pari, ma con un pizzico di fortuna per la signora #clinton.
Nel frattempo il #dowjones si trova a fronteggiare un fortissimo supporto, posto in area 18000 punti.
I 18000 punti rappresentano, sia un #supporto statico che dinamico, infatti i 18000 punti sono “resistenziali” dal 2014.
Ora sono “supportivi” e sarà importante valutare la reazione dei prezzi nei prossimi giorni ma sopratutto nella fase elettorale.
Nel frattempo l’europa post #brexit continua a interrogare “super” #draghi, che ieri al parlamento eurpeo ha ribatito la volontà ed il sostegno a tutti gli istituti bancari, ma sopratutto alla circolarità del #denaro al fine di rifocillare “l’inflazione”.
La #bce è chiamata alla prova del 9 tra #montedepaschidisiena e #deutschebank, la tedesca oramai ai minimi storici è passata da 100 euro a 10 euro in 10 anni! Un affare per chi crede che un colosso finanziario come #deutschebank non possa fallire, così come poù essere un affare la #banca di #siena.
Nasdaq supera i 20.000 punti: inflazione e tassi sotto i riflettori
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