John Maynard Keynes
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ToggleEconomista e padre della macroeconomia e considerato il più influente tra gli economisti del XX secolo.
Nacque il 5 Giugno 1883 a Cambridge, in Inghilterra.
I suoi contributi alla teoria economica hanno dato origine alla cosiddetta “rivoluzione keynesiana“: in contrasto con la teoria economica neoclassica,
Il tono dei suoi scritti era sempre scettico, ma mai contestò direttamente la convinzione convenzionale del periodo che favoriva il laissez-faire.
Il laissez-faire (letteralmente “lasciate fare” in francese) è un principio proprio del liberalismo economico, favorevole al non intervento dello Stato.
Secondo questa teoria, l’azione del singolo, nella ricerca del proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperità economica della società.
Le sue opinioni fecero presagire la rivoluzione teorica del 1930, che avrebbe preso il suo nome, con l’opera “The General Theory of Employment, Interest and Money” ovvero La Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, in cui sosteneva la necessità dell’intervento pubblico statale nell’economia.
Le sue idee ed i suoi studi ebbero un notevole impatto sulla scienza economica, e costituisce il primo nucleo della moderna macroeconomia.
Keynes pose le basi della sua teoria nel concetto di domanda aggregata, spiegando le variazioni delle attività economiche durante la Grande depressione.
Secondo la teoria“keynesiana” il reddito nazionale è dato dalla somma di consumi e investimenti, e l’ammontare complessivo di risparmio è determinato dal reddito nazionale, tutto questo altro non fù che la perfetta rappresentazione della Grande Depressione.
I brillanti risultati di Keynes investitore sono testimoniati dai dati pubblici relativi ad un fondo che amministrò personalmente per conto del King’s College a Cambridge.
Tra il 1928 e il 1945, nonostante la rovinosa Crisi del 1929, il fondo amministrato da Keynes generò un rendimento medio del 13,2%.
L’approccio adottato da Keynes nei suoi investimenti era semplice ed efficace:
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Selezione di un numero ridotto di investimenti
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Porre attenzione alla economicità degli investimenti
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Calcolare il valore intrinseco effettivo probabile e potenziale degli investimenti
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Calcolare gli investimenti ed il loro rapporto rispetto a possibili investimenti alternativi
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Mantenimento le posizioni assunte nel tempo, finché esse non hanno mantenuto le loro promesse, o finché non è evidente che l’acquisto è stato un errore
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Una posizione di investimento bilanciata: assumere, ossia, una varietà di rischi, nonostante le singole posizioni possano anche essere rilevanti, e possibilmente rischi contrapposti (ad esempio, detenere una posizione nell’oro e nelle azioni, dal momento che i corsi delle due attività possono tendere a muoversi in direzioni opposte, compensandosi, in caso di fluttuazioni del mercato).