Record storico per il Nasdaq mentre l’inflazione apre la strada a nuovi tagli ai tassi: le borse restano in fermento.
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ToggleNasdaq oltre i 20.000 punti: un traguardo storico
Mercoledì 10 dicembre 2024, il Nasdaq Composite ha raggiunto un risultato senza precedenti, chiudendo sopra i 20.000 punti per la prima volta nella storia. Con un balzo dell’1,8%, trainato dalle performance di titoli tecnologici di punta, il Nasdaq ha segnato il suo 37° record annuale.
Parallelamente, l’S&P 500 è salito dello 0,8%, sfiorando il suo massimo storico a quota 6.090. Tuttavia, il Dow Jones Industrial Average (DJIA) ha continuato a calare, segnando una flessione dello 0,2% a 44.149 punti, penalizzato dalle difficoltà delle azioni del settore sanitario.
Inflazione stabile, tassi d’interesse in primo piano
L’inflazione, misurata dal Consumer Price Index (CPI), ha registrato un aumento dello 0,3% a novembre, confermando le attese di Wall Street. Su base annuale, il tasso è salito al 2,7%, il ritmo più rapido negli ultimi sette mesi.
Questa moderazione ha rafforzato le aspettative di un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nella prossima riunione. Il CME FedWatch Tool indica una probabilità del 94,9% per un abbassamento di 25 punti base.
Anche il tasso core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasto stabile al 3,3%, lasciando spazio a possibili segnali di pausa nei tagli per il 2025.
Big Tech e politica: driver dei mercati azionari
L’ascesa del Nasdaq è stata alimentata dai titoli tecnologici, escluso Apple, parte dei cosiddetti “Magnificent Seven”. Tuttavia, il Dow Jones è stato appesantito da UnitedHealth Group, sotto pressione dopo la proposta di una legge bipartisan che limita le attività delle aziende sanitarie che gestiscono farmacie e benefit farmaceutici.
Parallelamente, le dichiarazioni di Jeremy Siegel, professore alla Wharton School, hanno riportato in luce il legame tra politiche presidenziali e mercati. Siegel ha definito Donald Trump “il presidente più pro-mercato nella storia”, ma l’S&P 500 durante il mandato di Biden ha comunque registrato una crescita del 58%, un dato vicino al 61% del primo mandato di Trump.
Energia e petrolio: dinamiche globali e locali
I mercati energetici hanno registrato segnali contrastanti. Il prezzo del petrolio WTI è salito del 2,5%, chiudendo a 70,29 dollari al barile, mentre il Brent ha raggiunto 73,52 dollari (+1,8%). Questi rialzi sono stati sostenuti da preoccupazioni geopolitiche in Medio Oriente e attese di stimoli economici in Cina.
D’altro canto, l’OPEC ha rivisto al ribasso le stime di crescita della domanda petrolifera per il 2025, indicando un possibile rallentamento delle dinamiche globali.
Le performance record del Nasdaq segnano un momento di fiducia per i mercati, ma le divergenze tra indici e settori suggeriscono cautela. L’inflazione stabile e i probabili tagli ai tassi offrono opportunità di investimento, ma l’instabilità geopolitica e le incertezze energetiche richiedono un’attenta gestione dei rischi.
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